giovedì 10 novembre 2011

La Serapide di Gennaio

Ancora una volta il Salento ha svelato un suo altro tesoro floristico nuovo per la scienza. Si tratta di un nuovo ibrido mai prima d'ora segnalato e descritto appartenente al genere Serapias della famiglia delle Orchidaceae, un incrocio naturale tra Serapias orientalis subs. apulica e Serapias cordigera.


L'ibrido interspecifico, studiato dai botanici del Laboratorio di Botanica Sistematica ed Ecologia Vegetale del Di.S.Te.B.A. dell Università del Salento, è stato denominato Serapias x gennaioi Turco e Medagli, un gesto sincero di stima e di amicizia nei miei confronti da parte degli amici Piero Medagli e Alessio Turco che hanno voluto dedicare questo nuovo ibrido. Li ringrazio di cuore.

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domenica 31 luglio 2011

Le angurie del Salento


La cattiva informazione di alcuni giornalisti ha messo al tappeto la produzione di angurie del Salento. La psicosi del batterio escherichia colii ha colpito anche la produzione di angurie del Salento che sono rimaste invendute sui campi.

Tutelare le nostre eccellenze agricole è un dovere di tutti. Non solo il vino, ma anche l'olio extravergine d'oliva, le angurie, i pomodori, le patate, la frutta e gli ortaggi del Salento devono avere il giusto riconoscimento a livello nazionale ed europeo. Creare un marchio d'eccellenza in sinergia con una buona politica di marketing sarebbe auspicabile per risollevare dal tracollo il lavoro e i prodotti sani della campagna salentina.

La nostra agricoltura non ha bisogno di politici con le palle, ma di politici che hanno la testa sulle spalle.


giovedì 17 febbraio 2011

Querce e Boschi del Salento, 2011 Anno Internazionale delle Foreste


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L'intricato aspetto di una lecceta


 Il monumentale leccio di Pisignano (LE), ultimo baluardo delle vaste foreste di leccio che ricoprivano il Salento


La monumentale quercia spinosa presso masseria pioppi a Ugento


Ghiande di quercia spinosa


il monumentale ibrido di farnia presso masseria Luca Giovanni a Scorrano (LE)


una isolata quercia amplifolia nelle campagne di Supersano


La più grande vallonea d'Italia, la vallonea dei 100 cavalieri a cui si attribuiscono 700 anni, Tricase (LE)



mercoledì 9 febbraio 2011

Prima segnalazione per il Salento di Salvia triloba


Segnalazione  di una nuova stazione di Carum multiflorum (S. et S.) Boiss. e di Salvia triloba L. fil., specie nuova per il Salento, sulle pareti calcaree di Serra Calaturo, Alliste (LE), Puglia



venerdì 4 febbraio 2011

Scoperto un nuovo ibrido di orchidea : Ophrys x Ozantina

Scoperta una nuova orchidea. Con dedica ad Ugento




Roberto Gennaio di Taviano, tecnico della prevenzione dell’ambiente del dipartimento Arpa di Lecce, ha rinvenuto nel parco naturale “Litorale di Ugento” un nuovo ibrido naturale di orchidea spontanea
Nel corso degli studi su vegetazione e fauna condotti sui vari habitat e gli ecosistemi del Salento, Roberto Gennaio di Taviano, tecnico della prevenzione dell’ambiente del dipartimento Arpa di Lecce, ha rinvenuto nel parco naturale “Litorale di Ugento” un nuovo ibrido naturale di orchidea spontanea, quindi nuovo per la scienza. La scoperta botanica è stata pubblicata sul notiziario n° 41-2009 del Giros (Gruppo italiano ricerca orchidee selvatiche). 
Lo scopritore ha denominato l’ibrido Ophrys x Ozantina R.Gennaio, da Ozan, in onore ad Ugento e al parco naturale in cui è stato rinvenuto. “E’ un modo”, dichiara lo scopritore, “per mettere in risalto l’importanza dei parchi naturali e della tutela della nostra flora e della fauna che fanno parte integrante della nostra carta d’identità paesaggistica e che bisogna in ogni modo far conoscere a tutti per far capire l’importanza della salvaguardia della ricca biodiversità che caratterizza il nostro territorio, partendo dai grandi olivi monumentali e dalle grandi ultime querce finendo alle piccole orchidee spontanee”.
Ritornando alla scoperta, si tratta di un ibrido naturale ottenuto dall’incrocio di due specie di orchidee spontanee presenti nel parco naturale; in pratica il polline di una specie è stato trasportato sullo stimma di un’altra specie ad opera di un insetto creando l’ibrido. I due parentali sono Ophrys bombyliflora specie comune e dall’ampia valenza ecologica, la si trova sia in ambienti aridi, con piante esili e di piccola taglia alte in media 4-5 centimetri portanti 2 -3 piccoli fiori, sia in aree umide e a volte con alte concentrazioni di salinità, comportandosi da alofita (specie tollerante al sale), con piante robuste, foglie più larghe e più grandi, mediamente alte 10-15 centimetri, portanti dai 5 agli 8 grandi fiori, mentre Ophrys parvimaculata è rarissima e localizzata nel Salento presente quasi esclusivamente nelle aree del ritrovamento dell’ibrido, prediligendo ambienti mesofili e sciafili (sottoboschi, pinete). 
A qualcuno sembrerà strano parlare di orchidee spontanee, abituati a vedere quelle tropicali dai fiorai dai vistosissimi fiori e le estensioni infinite di oliveti nel Salento. Ebbene la flora spontanea del Salento annovera anche la presenza di diverse specie di orchidee spontanee, specie terricole, fioriscono nel periodo primaverile , di piccola taglia e dal fiore grande al massimo quanto un unghia di un pollice ma che reggono bene il confronto con quelle tropicali, anzi molte di esse sono endemiche, esclusive proprio del Salento . “Ma guai a raccoglierle”, esorta Roberto Gennaio, “perché molte di esse sono rare e incluse nel Libro Rosso delle specie in via di estinzione e sono protette dalla Convenzione Internazionale Cites sul commercio della flora e della fauna selvatica, per cui attenzione, potreste vedervi recapitare una multa di diverse centinaia di euro da parte del Corpo Forestale dello Stato o dagli organi preposti alla sorveglianza del Parco Naturale dove la flora e la fauna sono protette. Meglio quindi se vi capita fare una bella foto”. 
Comunque maggiori informazioni sul mondo delle orchidee spontanee del Salento si potranno attingere dalla prossima pubblicazione del ricercatore salentino Roberto Gennaio dal titolo “Atlante delle Orchidee Spontanee del Salento”, in collaborazione con altri due ricercatori dell’Università del Salento, Piero Medaglie Livio Ruggiero.

giovedì 3 febbraio 2011

Scoperta una nuova orchidea nella Murgia sud-orientale

Ophrys oxyrrhynchos Tod. subsp. ingrassiae Dura, Turco, Gennaio, Medagli, 
subspecie nuova della Puglia




La nuova orchidea scoperta sulle Murge  
Ophrys oxyrrhynchos Tod. subsp. ingrassiae Dura, Turco, Gennaio, Medagli
Confronto tra la Ophrys oxyrrhyncos subsp.ingrassiae (sx) 
e Ophrys oxyrrhyncos subsp. celiensis (dx)






Riflessione lungo la “passeggiata" della Marina di Alliste


Verso la metà dell’estate 2010  l’Amministrazione Comunale di Alliste (LE) ha inaugurato lungo la costa rocciosa “ Il percorso ciclo-pedonale” che da Capilungo si snoda fino a Torre Sinfonò. Costo dei lavori 555.191,17 € per due chilometri di costa  feriti, squarciati nella loro algida bellezza. Alliste non poteva essere da meno rispetto ad altri paesi rivieraschi che avevano già da tempo realizzato la “passeggiata”.

 Ad Alliste non vi sono altri problemi prioritari, per cui con tenacia tutti nel corso delle diverse Amministrazioni si sono sforzati affinché si realizzasse l’ennesimo crimine al nostro paesaggio Salentino.

 Si parla di erosione costiera e di cementificazione della costa, di arenili che ormai sono scomparsi o che sono  arretrati anche di 100 metri e di un’economia messa al tappeto dalla furia della natura che ha mangiato i litorali e non ci rendiamo conto che la natura svolge il suo normale ciclo da milioni di anni e che si sta prendendo ciò che noi gli abbiamo tolto.
 Una corretta pianificazione per la rivalutazione economico - turistica del territorio non può prescindere dalla conoscenza e dalla tutela delle caratteristiche ambientali e paesaggistiche della fascia costiera, e non solo, al fine di non subire un danno ecosistemico irreparabile e un’alterazione della propria identità territoriale.
Abbiamo smembrato le dune, aperto varchi tra la vegetazione dunale, abbiamo antropizzato il litorale sabbioso, abbiamo realizzato parcheggi retrodunali e costruito residence  e stabilimenti balneari sulla sabbia, abbiamo distrutto un ecosistema delicato e complesso per arrivare con le auto fin sotto al bagnasciuga e ora non contenti vogliamo stravolgere anche la costa rocciosa ?

 Poi si grida  allo stato di calamità per introitare nuovi fondi pubblici, si fa allarmismo e  terrorismo psicologico, dire che poi è la natura che effettua i danni a l’uomo e alle sue infrastrutture è soltanto pura follia antropocentrica e totale assenza di saggezza.

Queste non sono altro che speculazioni politico-amministrative perpetrate a danno del nostro territorio salentino immeritevole d’essere amministrato dall’attuale classe dirigente,  di destra, di centro o di sinistra! (Ma non faccio di ogni erba un fascio, alcune Amministrazioni hanno capito il vero valore del paesaggio che amministrano e lo tutelano in ogni modo a costo anche di essere alcune volte impopolari).

 Ma non è ora di smetterla? Non è giunto il momento di assumere con responsabilità un nuovo impegno nei confronti del nostro territorio?

Si parla tanto di tutela , di progetti da effettuarsi con il  minimo impatto ambientale, di uso di materiali eco-compatibili. E poi ? 
Le direttive della Comunità Europea hanno legiferato tanto in materia di tutela ambientale recepite da ogni stato membro tra cui l’Italia;  VAS, VIA, SIC, PUTT, sembrano più espressioni da fumetto che acronimi che racchiudono invece i termini come Valutazione ambientale strategica, Valutazione di Impatto Ambientale, Sito di Importanza Comunitario, Piani Urbanistici Territoriali Tematici, tutti strumenti che regolano e tutelano il paesaggio e il territorio dall’irrefrenabile voglia dell’uomo di distruggere !

“…Non potremo facilmente dimenticare gli innumerevoli incontri con il Soprintendente per concordare tecniche di realizzazione dell'opera, materiali da usare nel rispetto dell'ambiente e della nostra favolosa "macchia mediterranea", ma soprattutto per dimostrare che non era in atto alcuna azione di cementificazione della costa… “ tuona con entusiasmo il Consigliere Comunale di Alliste con Delega alle Marine. Mi spiace per tanto ingegno profuso, anche dal gruppo di progettazione ! Ma quale rispetto dell’ambiente e della macchia mediterranea, dato che i lavori sulla costa sono stati eseguiti con cingolati, escavatori e camion stravolgendo  tutta l’area, movimentando terra, sradicando la copertura vegetale esistente e avendo utilizzato cemento armato per effettuare barriere e frangiflutti, altro che uso di  materiali e di tecniche costruttive di bassissimo impatto ambientale!!! Sono ben altre le soluzioni soft a minimo impatto ambientale che si possono realizzare secondo i canoni dell’ingegneria naturalistica e del restauro ambientale !

 Ma mi chiedo,  se le autorizzazioni avute, non abbiano richiesto e/o tenuto in considerazione in nessuno modo qualche studio preliminare di carattere botanico- naturalistico fatto sulla costa tale da rendersi conto sia del sistema di habitat presenti, peculiari e meritevoli di tutela così come indicato dalla  Direttiva 92/43 CEE “Habitat”, chè della  copertura botanico-vegetazionale di riconosciuto valore scientifico e di importanza ecologica, con presenza di specie floristiche rare e poco comuni inserite nella lista rossa regionale e nazionale (già il sottoscritto aveva da tempo effettuato uno studio pubblicato poi a pag. 61 del volume La Serra di Calaturo, appunti di natuta di Alliste-Felline):

Specie floristiche presenti lungo la costa inserite nella Lista Rossa Regionale:
Convolvulis lineatus, Anthyllis hermanniae, Allium atroviolaceum, l’endemico Limonium japigicumche cresce esclusivamente lungo questa costa;
Habitat Prioritario meritevole di tutela seconda la Direttiva “Habitat”: pseudosteppa a  Convolvulus lineatus;
- Habitat di interesse Comunitario secondo la Direttiva “Habitat”: scogliere delle coste mediterranee  con specie endemiche del genere Limonium;
Habitat integrativi meritevoli di tutela a livello regionale: garighe a Thimus capitatus, garighe a Cistus sp., garighe a Euphorbia spinosa, garighe ad Antyllis hermanniae .
Il Decreto Legislativo del 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137, all’art Articolo 135 “Pianificazione paesaggistica” recita :
- 1 Le regioni assicurano che il paesaggio sia adeguatamente tutelato e valorizzato. A tal fine sottopongono a specifica normativa d'uso il territorio, approvando piani paesaggistici ovvero piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici, concernenti l'intero territorio regionale entrambi di seguito denominati "piani paesaggistici".
- 2 Il piano paesaggistico definisce, con particolare riferimento ai beni di cui all'articolo 134,le trasformazioni compatibili con i valori paesaggistici, le azioni di recupero e riqualificazione degli immobili e delle aree sottoposti a tutela, nonche' gli interventi di valorizzazione del paesaggio, anche in relazione alle prospettive di sviluppo sostenibile……..
La legge regionale del 23 giugno 2006 n° 17 “Disciplina della tutela e dell’uso della costa” nei principi generali, art. 1 comma 2, si legge che per gestione integrata della costa si intende il concorso della pluralità di interessi pubblici ai diversi livelli territoriali, nella valutazione delle azioni programmatiche finalizzate all’uso, alla valorizzazione e alla tutela del bene demaniale marittimo. Il processo di pianificazione art. 2 comma 2 ha luogo con la collaborazione delle province e dei comuni e che avviene mediante il Piano regionale delle coste (PRC) e sui cui principi e norme devono essere conformatri i Piani Comunali delle coste (PCC).
Il Piano Comunale delle Coste (P.C.C.) è uno strumento di gestione, regolamentazione, di  controllo e monitoraggio del’area demaniale in termini di tutela e salvaguardia, di recupero e risanamento ambientale, nonché di garanzia del diritto dei cittadini ad usufruire del patrimonio naturale e paesaggistico e non uno strumento per poter aggirare le leggi di tutela ambientale per ferire e beffeggiare per la gloria di pochi il nostro territorio.
E intanto, amministratori e partiti politici, di ieri e di oggi nel rivendicarne la paternità e i meriti “ dell’opera” non si  rendono conto di essere stati ad ogni ordine e grado artefici dello scempio della costa.

Se tutto ciò corrisponde alle azioni programmatiche finalizzate alla valorizzazione e alla tutela del bene demaniale marittimo….. beh allora….

 L’augurio è che la folle idea di voler continuare la passeggiata ( questa è la convinzione dell’attuale Amministrazione) per gli altri restanti chilometri di costa rocciosa rimasta ancora selvaggia e integra, che va da Torre Sinfonò fino a Posto Rosso (Cisternella), dove si possono ammirare  le stupende baie “del canale di Torre Sinfonò “ e “ canale dei diavoli”,  rimanga solo una utopia, un colpo di sole, uno sbandamento, una momentanea perdita di ragione presa lungo la tortuosa passeggiata.

Ah, giusto per concludere, la precedente Amministrazione Comunale di Alliste  aveva realizzato unpercorso ciclo-turistico di ben 16 Km che dalla Serra di Calaturo o della Madonna dell’Alto si snoda per chilometri lungo la campagna arrivando fino al mare a Torre Sinfonò per poi risalire fino al presepe bianco, in questo caso veramente con impatto ambientale e costo zero, realizzando una cartina pieghevole del percorso contenente  una serie di notizie e di cosa si sarebbe potuto osservare lungo il percorso, apponendo solo lungo le stradine già asfaltate  che si snodano lungo la  stupenda campagna olivetata, segnaletica verticale e orizzontale, in modo da indicare luoghi e punti panoramici, specchie, caseddhi, cisterne, aie, masserie, fenomeni carsici come il noto “Cupo” una dolina stupenda. Forse non  si sarebbe potuto valorizzare, publicizzare e potenziare il percorso ciclo-turistico già esistente per farlo conoscere ai cittadini del Salento e delll’ intera Regione Puglia ? Vi invito a percorrerlo……

 L’Amministrazione Provinciale di Lecce inoltre con altri 92000 € provvederà all’illuminazione della pista mentre ha fatto effettuare in inverno  il ripristino della vegetazione facendo piantumare corbezzoli e altre specie di macchia maditerranea non idonee con la vegetazione tipica della costa e che sono seccate dopo pochi giorni, alla faccia di tutte le regole del restauro ambientale e gli studi fatti sul paesaggio !!!

                                                                                   Roberto Gennaio
                                                                        Tecnico Tutela Ambiente, Naturalista
Alliste 31/7/010 
La costa rocciosa di Alliste (LE) squarciata dalla passeggiata

Habitat e Biodiversità del Parco Naturale Regionale* Litorale di Ugento: stato delle conoscenze e analisi delle minacce



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di Roberto Gennaio, 

Tecnico  Tutela dell’Ambiente ARPA Puglia Dip.to Lecce, Naturalista

Premessa
Per la presenza di peculiari specie animali e vegetali e di una serie di habitat particolari e rari  il litorale di Ugento (LE) è stato inserito ai sensi della Direttiva Europea Habitat” 92/43 CEE nell’ elenco dei Siti di Importanza Comunitaria (sic) della Rete Natura 2000 (codice IT9150009) recepita dalla legislazione italiana con DPR 357/97 e 120/2003, e tra i Parchi Naturali della Regione Puglia con Legge.Regionale. n° 13 del  28 maggio 2007 ai sensi L.R. n°19 del 24 luglio 1997.
Il concetto fondamentale della Direttiva “Habitat“ è che la tutela delle specie animali e vegetali (biodiversità) è possibile solo se si garantisce la conservazione e l’ integrità degli habitat a cui sono relegati .
Ad esempio la frammentazione e la  rarefazione delle zone  umide ha comportato una diminuzione delle popolazioni di tartaruga palustre (Emys orbicularis) fino alla sua completa estinzione in alcuni biotopi; verosimilmente sono scomparse anche specie floristiche dall’ alto valore  fitogeografico come l’ orchidea  palustre (Orchis palustris) e la campanella palustre (Ipomoea sagittata).

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